Tratto dal libro "La chiromanzia" di Roberto La Paglia Edizioni Xenia
"La chiromanzia è diretta discendente di una tradizione culturale che metteva in stretta connessione il divino con la condizione umana e che ,interpretano e studiando i segni che le due dimensioni si scambiavano, dopo la morte, che l'uomo abbia mai conosciuto, ovvero il tempo e il suo trascorrere indifferente a ogni destino umano. Essendo erede della fusione tra divinazione naturale e divinazione artificiale, il chiromante non poteva che servirsi dell'unico strumento che più di tutti simboleggia il legame tra l'uomo e la sua divinità, cioè le mani; quegli stessi arti che usiamo tanto per soddisfare i nostri bisogni e le necessità materiali, quanto per pregare e innalzare lodi al nostro Dio, al quale appunto tendiamo spesso le mani in segno di intercessione.
Strumento principale, oltre che elemento indispensabile nella pratica della chiromanzia, è proprio la mano, una parte del nostro corpo alla quale non diamo spesso particolare rilevanza, ma che risulta essere fondamentale e insostituibile compagna non solo durante tutte le nostre azioni quotidiane, ma anche in riferimento alle emozioni che derivano principalmente dal contatto fisico; già fin dai primi mesi di vita la mano del bambino presenta le prime deboli linee fondamentali, quasi una sintesi della sua memoria storica, un annuncio di quello che potrebbe essere il suo futuro.
In seguito, questa minuscola parte del corpo ancora in formazione diverrà parte integrante e indispensabile della crescita stessa del bambino; la mano, quindi, è contemporaneamente veicolo di ricezione e di trasmissione, in poche parole, veicolo di relazione, di conoscenza con il mondo e con se stessi.
La mano rappresenta un insieme di associazioni e di sinergie molto più complesso di quanto a prima vista potrebbe apparire; facendo un breve raffronto comparativo tra attributi fisici della mano e tradizione esoterica, rimarremmo stupiti dal piccolo universo di informazioni, curiosità storiche e valenze mistiche che vi si nascondono. Proviamoci insieme: riprendiamo il nostro bambino ancora alla scoperta del proprio corpo e, con l'aiuto di quest'ultimo, dell'ambiente che lo circonda; tutti sappiamo che il gesto tipico di un bambino è quello di succhiarsi il pollice, quasi una tecnica di affinazione del tatto e della percezione fisica rispetto alle cose che lo circondano. Il dito pollice, dal latino pollix, nel simbolismo esoterico rappresenta la manifestazione primaria dell'energia: è infatti con il pollice che si tracciano i caratteri magici durante i rituali (le quattro dita vengono tenute unite da un lato, mentre dall'altro con il pollice si tracciano i caratteri sacri); in chiromanzia l'importanza di questo dito è quasi primaria, basti pensare che gli studiosi cinesi hanno dedicato uno studio minuzioso e lunghissimo ai capillari della prima falange, e che gli zingari dediti a quest'arte sono soliti trarre i loro auspici esclusivamente dall'osservazione e dalla valutazione del dito pollice. Ritorniamo adesso alla mano; questa presenta una forma più o meno quadrata o rettangolare, in ogni caso composta da quattro lati più ovviamente, le cinque dita; qusta forma, che scomposta numericamente equivale al numero 9 (4 lati + 5 dita) ci riporta direttamente al novenario, ovvero il movimento conclusivo delle leggi che regolano la vita.
Questo, in breve sintesi, un panorama della divinazione e dei vari contesti sociali, culturali e religiosi nei quali questa pratica si è sviluppata; resta da dire che il bisogno di conoscere il proprio futuro o, comunque, l'andamento di un evento importante, è da sempre una delle angoscie che accompagnano l'uomo, forse il suo sogno più sfrenato. Di queste antiche arti, del loro modus operandi e della ritualità legata ad antiche e perdute conoscenze, la chiromanzia è forse l'espressione più completa che esista; proprio per questa sua intrinseca caratteristica, essa è divenuta l'oggetto di questa ricerca con lo scopo ultimo di dare quante più informazioni possibili sia riguardo il suo aspetto storico, sia rispetto alla pratica vera e propria, senza ovviamente tralasciare tutto quell'apparato di tradizioni, curiosità e leggende che da sempre hanno contribuito a formarne quell'immagine di misteoro e stuzzicante fantasia. "